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DANTE NEI PERCORSI DEL SAVIO: suggestioni poetiche nel cuore di Romagna

A cavallo fra Toscana e Romagna: due regioni particolarmente importanti per Dante Alighieri. La prima gli ha dato i natali e ne ha visto formazione e battaglie politiche, la seconda lo ha accolto e ne custodisce le spoglie. I luoghi della Valle del Savio, percorso ideale fra le due regioni nella congiunzione con la città di Ravenna, erano ben conosciuti dal sommo Poeta, come testimoniano le numerose citazioni che troviamo nella Divina Commedia.
Partiamo da Verghereto per seguire le orme di Dante nei Percorsi del Savio, scendendo lungo la Vallata, per giungere infine a Cesena.

 

Verghereto

Verghereto è il primo Comune romagnolo venendo dalla Toscana, e ospita il Monte Fumaiolo, da cui sgorgano le Sorgenti del Tevere, il “fiume sacro ai destini di Roma”. Una zona dell’Appennino tosco-romagnolo che Dante immortala come «il giogo di che Tever si diserra» (Inferno, XXVII 30).

 

Bagno di Romagna

Borgo celebre per le sue benefiche acque termali sin dal tempo dei Romani, oggi pluripremiato borgo simbolo del turismo lento, come testimoniato dai prestigiosi riconoscimenti Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano e dal 2023 fra i Borghi più belli d’Italia. È in questo territorio, per la precisione nella zona del Parco delle Foreste Casentinesi, che Dante ha probabilmente tratto l’ispirazione per quella «selva oscura» (Inferno, I 2) presente nei celeberrimi versi di apertura della Commedia.

 

Sarsina

Scendendo verso Sarsina, la città natale di Tito Maccio Plauto, il più noto commediografo dell’epoca romana e di tutti i tempi, troviamo una importante connessione con l’Alighieri. Infatti, è assai probabile che Dante, che colloca Plauto nel Limbo (Purgatorio, XXII 98), abbia preso ispirazione dal grande drammaturgo: il verso «Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate» (Inferno, III 9) uno dei più celebri della Divina Commedia, ha più di un’assonanza con una battuta presente nelle Bacchidi di Plauto (Bacch. 368-70):
«Apritela, vi prego, spalancatela alla svelta, questa porta dell’inferno.
Dell’inferno sì, perché qui non entra nessuno,
se non ha lasciato ogni speranza di rimanere onesto».

 

 Mercato Saraceno

Giungendo a Mercato Saraceno, la Città del Vino, circondata da antiche pievi e dolci filari che danno vita a ottimi vini, vengono in mente i versi «Guarda il calor del sol che si fa vino / giunto al’omor che della vite cola» (Purgatorio, XXV 77): quale miglior luogo, dunque, per un brindisi col Poeta? Dante certamente conosceva la qualità del vino di Romagna, che forse per lui ha rappresentato un aiuto per affrontare le difficoltà dell’esilio.

 

Cesena

La città di Cesena ha l’onore di una terzina nella Commedia. Nelle varie località citate nel Canto XXVII, infatti, laddove si parla della condizione politica della Romagna, Cesena è «quella cu’ il Savio bagna il fianco». La posizione geografica della città  fra colle Garampo e zona pianeggiante, viene paragonata alla sua situazione dal punto di vista politico, caratterizzata da una certa fluidità: «così com’ella sie’ tra ‘l piano e ‘l monte / tra tirannia si vive e stato franco.» (Inferno, XXVII, 52-54).

I versi sono riportati sulle mura della Rocchetta nella centralissima piazza del Popolo. Da lì si può procedere alla visita della Biblioteca Malatestiana, Memoria del Mondo Unesco, che conserva numerose edizioni a stampa della Commedia, dagli incunaboli fino a edizioni del XX secolo.

 

Montiano

Il borgo poetico per eccellenza, balcone sul mare che domina le dolci colline cesenati, non può mancare se si parla del Sommo Poeta.
Qui, dopo una sosta ristoratrice in una delle trattorie disseminate sui colli, si potrà partire per una visita al borgo, un’escursione in bicicletta tra i suoi verdi sentieri, o il percorso dei nuovi “sentieri poetici”, abbinando la poetica di Dante con quella dei poeti romagnoli, come Tonino Guerrao magari approfittando della sosta per leggere una delle tante versioni della Divina Commedia in dialetto romagnolo!