La Riserva Integrale di Sasso Fratino situata nel Comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia è la prima riserva integrale italiana, istituita nel 1959 e insignita del Diploma Europeo delle Aree Protette nel 1985. Il 7 luglio 2017 ha inoltre ottenuto, insieme alle faggete vetuste del Parco Nazionale, il prezioso riconoscimento UNESCO inserendosi tra i siti patrimonio mondiale dell’umanità. Le faggete vetuste di Sasso Fratino e le Riserve Biogenetiche Casentinesi rappresentano il cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, una delle aree forestali più pregiate d’Europa, ubicate fra la Romagna e la Toscana. L’area dichiarata Patrimonio Unesco comprende la Riserva Integrale di Sasso Fratino per circa 782 ha e una vasta area circostante pari a circa 7.942 ha, per un totale di 7.724,28 ha. È il sito UNESCO con maggiori dimensioni tra quelli designati in Italia ed è anche uno dei più estesi complessi forestali vetusti d’Europa.

Che cos’è una riserva integrale

Una Riserva integrale è una porzione di territorio dove non sono svolte attività proprie dell’uomo ad eccezione della ricerca scientifica. Non vi sono quindi interventi di alcun genere, non attività di utilizzazione delle risorse, non interventi di sistemazione o di tutela di versanti.

Università e Ricerca

L’Università della Tuscia, in collaborazione con l’Ente Parco e i Carabinieri Forestali, ha effettuato importanti ricerche grazie alle quali oggi conosciamo la presenza, dentro la Riserva, di faggi al limite della longevità per le latifoglie decidue di oltre 500 ani di età, coetanei dei faggi ritrovati in Abruzzo e tra i più antichi d’Europa, che fanno entrare Sasso Fratino nella top 10 delle foreste decidue più antiche di tutto l’Emisfero Nord.

Accesso nella riserva integrale

Come è noto l’accesso a Sasso Fratino è vietato, mentre l’area circostante, comprendente anch’essa tratti di foreste vetuste di notevole valore ed estensione e anch’essa oggetto del riconoscimento UNESCO, è accessibile tramite la rete sentieristica del Parco Nazionale.

La flora di Sasso Fratino

300 sono le specie che caratterizzano lo strato arboreo, arbustivo ed erbaceo della foresta. Molte di queste hanno origine alpina o europea centro-settentrionale e trovano qui le uniche stazioni appenniniche. Oltre all’elevata biodiversità floristica, la riserva racchiude in se anche un’elevata biodiversità fungina, annoverando, tra le 544 specie rinvenute negli anni grazie alla costante attività di ricerca, specie endemiche e molto rare, talvolta unici ritrovamenti in Italia. Citiamo una specie su tutte: il Botryobasidium sassofratinoense, una nuova specie di fungo sconosciuta sulla Terra e scoperta nella Riserva Integrale di Sasso Fratino. I funghi che vivono sugli alberi vetusti e sulle piante ormai senza vita sono i migliori indicatori del livello di conservazione di una foresta e contribuiscono a incrementarne la biodiversità.

La fauna di Sasso Fratino

La Riserva di Sasso Fratino ha al suo attivo una fauna ricca e ben conservata, che comprende tra gli ungulati il cervo, il capriolo, che predilige le aree più periferiche della Riserva, e il daino. Tra gli altri ungulati spicca anche la presenza del cinghiale.

Tra i carnivori sono presenti: il lupo, il gatto selvatico, la volpe, la donnola, la faina, la puzzola e il tasso. Molto importante è anche la presenza micro-mammiferi, come ad esempio il toporagno, che costituiscono un’importante fonte di cibo per numerose specie di predatori.

Tra i rapaci diurni più significativi che nidificano nell’area possiamo citare l’astore, lo sparviere, il falco pecchiaiolo, il gheppio, il falco pellegrino, mentre l’aquila reale che si riproduce non lontano, sorvola frequentemente i crinali a monte della riserva. Tra i rapaci notturni sono presenti l’allocco, il gufo reale e il gufo comune. La Riserva ospita anche specie interessanti come il picchio muratore, i rampichini e varie tipologie di picchi: picchio verde, picchio rosso maggiore, picchio rosso minore e il grande picchio nero.

Tutti questi animali costituiscono componenti fondamentali per il funzionamento dell’ecosistema delle foreste, il cui livello di complessità è per noi tuttora sconosciuto e per lo studio del quale la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino è uno dei laboratori più adatti.